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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:206|3|0]]mai di leggere, perchè la presenza di quell’anima benedetta ci riempiva tutti di sè stessa. Non è vero, amico mio, ch’ella era una creatura soave e bella, e sempre lieta e operosa? Dio sa le lagrime, con cui sovente io l’ho pregato, nel coricarmi, perchè Egli mi facesse simile a lei.»

«Carlotta! — io gridai, gittandomi a’ suoi piedi e bagnandole di pianto la mano — Carlotta, la benedizione di Dio riposa sovra di te, e lo spirito di tua madre ti contempla dal cielo.» — «Oh! — diss’ella — se voi l’aveste conosciuta! — e mi strinse affettuosamente la mano: ella era degna d’essere conosciuta da voi.»

Mi pareva di morire: non mi era inteso mai proferire una più

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