< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
204 werther.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:210|3|0]]mini neri avevano portato via la mamma.»

Carlotta s’alzò: io era tutto concitato, stravolto — e mi rimasi seduto, premendo tra le mie la sua mano. — «È tempo che ce n’andiamo» — osservò ella. Si provò a liberarsi la mano, ma io la serrai più stretta. «Noi ci rivedremo — esclamai — noi ci ritroveremo, noi ci ravviseremo sotto tutte le possibili sembianze. Io parto, e con lieto cuore; pure, s’io dovessi dire per sempre, non mi soffrirebbe certamente l’animo. Addio Carlotta! addio, Alberto! Noi torneremo a vederci.» — «Domani» — disse la Carlotta, sorridendo.

Quel domani mi rintronava stranamente nel cervello. Ah! ella ignorava, allorchè ritrasse la sua

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.