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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:226|3|0]]ed encomiare alle stelle il paese d’onde ella ha sortito i natali; tanto che lo straniero, che s’imbattesse a udire un tanto osanna di lodi intorno alla dea, dovrebbe crederla una pazzerella, ubbriacata dai fumi della vanità. Or, sai tu chi sia, questa femmina, amico? La figlia dello scrivano d’una delle pievi circonvicine. — In fede mia, non so concepire come la razza umana non abbia sgomento di farsi così ridicola.
Del resto, io mi convinco ogni dì più che si ha torto di voler ragguagliare l’altrui statura alla propria, grande o piccola ch’ella sia. Ed io, che tanto ho a fare con me stesso! con questo cuore agitato di continue tempeste! — Ah! purchè gli altri viventi mi lasciassero camminare in pace pel mio