< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
236 werther.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:242|3|0]]comodassi ad un ufficio, a cui tutta l’anima mia reluttava. N’ho raccolto un bel frutto! E voi n’avete una bella soddisfazione! E perchè tu non mi ricanti che sono le mie esagerazioni che guastano ogni cosa, eccoti la storia dell’accaduto: non ci rimuto una iota; e delineo freddamente come il cronista.

Tu sai che il conte C*** mi ama, ch’ei mostra avere per me qualche preferenza sulla comune degli uomini: è cosa nota qui a tutti — e a te l’ho ridetta le cento volte. Ieri sono a desinare da lui, nel giorno appunto in cui la gentilizia consorteria dei messeri e delle gentildonne si raduna a veglia da lui: e a me la circostanza sfugge dalla mente, e non penso — nè ho mai pensato a’ miei dì — come non sia lecito, a noi, stirpe inferiore, di mescolarsi

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.