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werther. 239

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:245|3|0]]e il consigliere aulico di R***, qui, in qualitate, chiamato il signor di R*** — colla rispettiva mogliessa, dalle orecchie tappate; v’era il povero signor T*** nel vetusto arredo de’ suoi avi di Franconia, rimberciato di toppe arlecchinesche, usurpate alle moderne foggie; e infiniti altri, a branco. Io abbordo ora l’uno, ora l’altro di mia conoscenza: e’ m’hanno tutti l’aria di venir di Sparta, tanto sono asciutti. Pur io non pensava che alla mia B***, non era attento che a lei; e non m’avvidi che, al fondo della sala, intanto, le donne si susurravano tra loro nell’orecchio, e il bisbiglio si propagava tra gli uomini. Non m’avvidi della signora di S***, che stava caldamente perorando col conte: tutte cose ch’io riseppi poscia da madamigella B***, finchè

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