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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:251|3|0]]le celai il mio terrore; da che quanto m’avea detto ier l’altro Adelio, mi correva ora come olio bollente per le vene. — «Voi non sapete che cosa m’è costata la scena!» — proseguì quella gentile creatura cogli occhi inondati di pianto. — Non ero più padrone di me stesso: fui più volte sul punto di gettarmi a’ suoi ginocchi. — «Per carità, spiegatevi» — le dissi. — Le lagrime continuavano a scorrerle per le gote: e le asciugava, ma non volea nasconderle: io era fuori di me. «Voi conoscete mia zia — ripigliò poscia — ella era nella sala, e se ne scandolezzò grandemente. O Werther, ella m’ha fatto un tal sermone, iersera e stamane, sulla nostra amicizia! e m’è toccato udirvi ad essere vilipeso e schernito, senza ch’io