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werther.
15 settembre.
È da impazzirne, o mio Guglielmo: pensare che v’hanno uomini, sì destituiti d’ogni senso per quel po’ di bello morale che ancora anima la terra! Tu sai dei noci, sotto ai quali io mi sono seduto con Carlotta dal buon parroco di S***: quegli splendidi noci, che solevano invadermi l’anima di tanta serena dolcezza! Sai la folta corona delle loro chiome e la ristorante frescura che protendevano d’intorno. E le care memorie che si annettevano alla loro piantagione! Il maestro del villaggio ci ha sovente detto il nome d’uno di que’ vecchi pievani che l’avevano istituita; uomo egregio, la cui ricordanza m’è stata sempre una cosa sacra. Or bene, una mano profanatrice li ha atterrati.
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