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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:302|3|0]]l’universo in un amplesso d’amore? E questo cuore è agghiadato oggidì dai geli della morte, nè più ha senso delle care estasi del pensiero, che solevano far gioconda quest’aurora avvizzita innanzi tempo. Le mie pupille inaridiscono, prive del dolce sfogo delle lagrime; i sensi mi si raggrinzano angosciosamente come la fronte. Io soffro, Guglielmo; soffro moltissimo, perchè ho perduto ciò ch’era la mia unica voluttà, la potenza fecondatrice che creava intieri mondi intorno a sè. — Tutto è scomparso. — Guardo dalla mia finestra il lontano colle, veggo il sole del mattino romper le nebbie e dardeggiarlo de’ suoi raggi, e spandersi sul tacito smalto de’ prati, e il mansueto fiume serpeggiare fin sotto a’ miei occhi, attraverso gli sfrondati salci della