< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
298 werther.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:304|3|0]]tempi, ch’io lamento perduti, non mi facevano beato d’illusioni, se non perchè io aspettava, riposato e paziente, i suoi beneficii, e il mio cuore gli era riconoscentissimo della gioia ch’Egli mi stillava nel seno.


8 novembre.

Guglielmo, l’amico tuo s’è dato al bere. Ed ella m’ha sgridato della mia intemperanza, con tanta amorevolezza, o Guglielmo! «Non vi lasciate andare a questo vizio: — m’ha ella detto: pensate a Carlotta, quando la tentazione v’assale.» — «Pensare? risposi: e voi credete che mi bisogni un vostro comando per farlo? Io penso, ...o piuttosto, non penso a voi, perchè voi siete sempre presente all’anima mia.»

Oggi io sedeva nel luogo dov’essi

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.