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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:335|3|0]]va Carlotta sovra ogni cosa, era orgoglioso d’esserle marito, e insisteva a volerla riverita da tutti, siccome creatura purissima quant’altra mai. Poteasi dunque biasimarlo, o solo apporgli a torto, se s’industriava a sviare da lei anche la mera apparenza di lontano sospetto, s’ei risentivasi all’idea di spartire con altri, anche in modo innocentissimo, il possesso di cotanto tesoro? Convengono, codesti fautori d’Alberto, com’egli assai volte abbandonasse la stanza della consorte, allorchè Werther sedeva presso di lei, ma non sollecitato da odio, o da repugnanza alcuna, bensì per l’unico motivo ch’egli sentiva riuscir molesta la propria presenza all’amico.

Il padre di Carlotta era subitamente infermato, e non abban-

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