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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:341|3|0]]più gentili affetti dell’umana natura, s’erano convertiti nella facinorosa prepotenza dell’assassinio. I robusti alberi si giacevano sfrondati e carichi di brine; le belle siepi, che piegavansi in arco al di sopra della bassa cinta del camposanto, erano prive di foglie, e le pietre sepolcrali sporgevano fuori dei vani, incanutite di nevi.
Mentr’egli veniva accostandosi alla taverna, sul dinanzi della quale s’era accolto l’intiero villaggio, surse ad un tratto un gridìo universale. Scorgevasi in lontananza uno stormo d’uomini armati, e ciascuno gridava che si era arrestato il malfattore. Werther drizzò lo sguardo a quella volta, e non si rimase lungamente in dubbio. Era infatti il famiglio,