< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
340 | werther. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:346|3|0]]scritte in quel medesimo giorno. E sono queste:
«No, infelice, tu non puoi esser salvo! Noi non possiamo esser salvi: ora lo veggo, lo intendo.»
Ciò che Alberto aveva detto, nella faccenda del famiglio, in presenza del sindaco, era riuscito sommamente spiacevole a Werther. Credette di scorgere qualche risentimento verso la propria persona; e quantunque, ponderando, non isfuggisse al suo buon senso come entrambi avessero perfettamente ragione, gli repugnava ciò nullameno di convenirne; preoccupato, com’era il suo spirito, da strazianti riflessioni.
Ecco un’altra memoria, che si riferisce a questi giorni, e spiega
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.