< Pagina:Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

werther. 345

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:351|3|0]]coloro, che il mondo credeva posseduti da un malefico genio. E’ pare che talvolta il maligno mi segga alla strozza — e non è amarezza nè ansietà, ma sì un interno infuriare di elementi che minacciano di squarciarmi il petto. E allora mi caccio in mezzo alle macchie e ai dirupi, e vo ramingando tra le notturne scene spaventose di questa misantropica stagione.

Iersera m’è toccato uscire. S’era messo all’improvviso a dighiacciare, e m’aveano detto il fiume esalveato, gonfi i ruscelli, e da Wahlheim in giù tutta la mia diletta valle allagata! Erano le undici, quand’io corsi fuori. Quale orribile spettacolo, amico! Dai balzi della rupe precipitavansi, nel dubbio, alterno chiarore della luna, i romorosi fiotti, scavalcando le siepi, disten-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.