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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:352|3|0]]dendosi per i campi e le praterie, tanto che l’intiero vallone più non era che un ampio mare, sommosso a tempesta dai venti. E allorchè la luna ricomparve fuor dalle negre nuvole, e in quel riverbero, formidabilmente maestoso, continuavano a mareggiare sotto a’ miei occhi le onde con minaccioso fremito, un brivido mi corse per l’anima — e poi un desiderio feroce. Io mi stava sul ciglio dell’abisso; e anelava di capovolgermi nella voragine — e mi parea voluttà il poter rovesciarvi tutti i miei guai, tutte le mie torture — e rotolare, nel muggito di quelle acque, ad altro porto! Oh, amico! e avere il piede confitto nel suolo, e non poter terminare, una volta, quest’insoffribile martirio! — Ah! l’ora non è piena tutta — lo sento. Quanto volentieri avrei

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