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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:355|3|0]]tenterei d’insistere. — E ora, codesti sogni! — Come s’avean ragione coloro, che ascrissero ad incognite potenze tutto questo flusso e riflusso di perpetue contraddizioni, che signoreggiano l’umana natura e la sommuovono a loro senno! — O notte per me celeste! io tremo in dirtelo, amico: io la serrava tra le mie braccia, e premendola al petto, copriva d’infiniti baci quelle sue labbra roride d’amore — e l’occhio mio nuotava nell’ebbrezza delle sue pupille. — Dio! Dio! e non son io colpevole di sentire, pur or che ti scrivo, una ineffabile dolcezza nel rievocare quelle focose gioie, e ridipingerle sì vivaci e sì vere al mio pensiero? — Oh, Carlotta! Carlotta! — La mia giornata è compiuta. I miei sensi si confondono: fanno otto giorni che ogni coscienza