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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:368|3|0]]sentendo crescere il malumore e la bile, si trattenne fino alle otto; quando essendosi dato in tavola, egli prese il cappello e la mazza, e uscì, dopo avere seccamente disdetto l’invito d’Alberto di rimanere a cena, ch’egli interpretò siccome un complimento usuale.
Rincasato, levò il candelliere di mano al ragazzo, che s’apprestava a fargli lume, entrò solo nella sua camera, e il servo lo sentì piangere dirottamente, e parlar forte, tra sè, in modo irritato, e camminare su e giù a passi concitati, finchè si gittò vestito sul letto, dov’ei lo trovò, allorchè, verso le undici ore, si provò ad entrare per domandargli s’ei non volesse sbarazzarsi degli stivali: cosa, alla quale accondiscese, nel mentre gl’imponea di starsene, il