Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
400 | werther. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:406|3|0]]ther avea steso le braccia verso di lei, ma non s’era attentato di trattenerla: stette prosteso sul suolo, col capo appoggiato al sofà, e si rimase in quell’attitudine più di mezz’ora, allorchè venne a scuoterlo un rumore ch’egli udì intorno a sè. Era la fantesca, che voleva apparecchiare la tavola. Balzò in piedi, e si mise a passeggiare nella stanza; indi, vistosi un’altra volta solo, mosse verso l’uscio del gabinetto, e mormorò sommessamente: «Carlotta! Carlotta! una parola ancora, una sola parola! un addio!» — E poichè ella si taceva, dopo aver più volte ripetuta la sua preghiera, ed aspettato con ansia mortale invano una risposta, si tolse precipitoso di là, gridando: «Addio, Carlotta! addio per sempre!»