Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
werther. | 411 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:417|3|0]]riflessioni e d’affetti il suo imbarazzo cresceva; e intanto i suoi pensieri tornavano pur sempre a Werther, ch’ella avrebbe voluto vicino a sè, come un tempo, ma che, pur troppo, era costretta ad abbandonare ora al suo destino, mentre non ignorava, del resto, che, lei perduta, nulla più rimaneva allo sciagurato su questa terra.
Come la rammaricava ora il pensiero dei rancori che correvano tra suo marito e Werther! Uomini così buoni entrambi, così sensati, aveano cominciato, per dissensi occulti, a tacere un coll’altro; ciascuno s’era messo a ripensare sulle proprie ragioni, disconoscendo quelle dell’amico, per non considerarne che i torti. E intanto le loro mutue relazioni s’erano