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ma non forse inutile. 435

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:441|3|0]]vere del tradimento e della sconfitta, allorquando ogni cosa intorno a lui sembra persuaderlo, costringendolo quasi a un atto, che gli acqueterà per sempre nel cuore le tempeste della carne, egli finisce per trionfare col lume della sua fede e colla sua fortezza sovra ogni umano pregiudizio.

Mi fo lecito di ricordarvi intiero quel soliloquio sublime, o miei lettori. — «Almeno» — esclama il figlio di Desiderio —

«Almeno
Finor, perduta anco la speme, il loco
V’era all’opra; ogni giorno il suo domani,
Ed ogni stretta il suo partito avea.
Ed ora?... ed or, se in sen dei vili un core
Io piantar non potei, potranno i vili
Togliere al forte che da forte el pera?
Tutti alfin non son vili: udrammi alcuno,
Più d’un compagno io troverò, s’io grido:
Usciam costoro ad incontrar, mostriamo
Che non è ver che a tutti i Longobardi
Antepongon la vita: e... — se non altro,
Morrem. — Che pensi? Nella tua ruina
Perchè quei prodi strascinar? Se nulla
Ti resta a far quaggiù, non puoi tu solo

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