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ma non forse inutile. 461

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:467|3|0]]mortale, dove ogni soffio di vento valesse a piegarla a sua posta, come una fragil canna palustre! E sta a vedere che, allorquando piega, essa fa prova di maggior gagliardìa che allorquando non piega! E che è sensata cosa il piegare, insensata il non piegare! D’onde sa poi l’amante di Giulia — se è permesso chiederlo — ch’egli non commette male, rimandando l’anima sua, prima del tempo, a Dio? In quel momento forse, in cui l’anima sta espiando i suoi falli, perocchè nessuno in questa vita è scevro di falli? D’onde sa, l’amante di Giulia, ch’egli soffre senza necessità? che v’hanno mali, dolori, patimenti, che sono senza necessità, dappoichè è Dio, è il Padre nostro che ce li manda?

Quale perversione d’idee, del resto, se fosse lecito al figlio ribellarsi ai decreti del padre! Se dai supremi attributi, che pur siamo costretti a consentire alla Divinità, si radiassero

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