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ma non forse inutile. | 467 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:473|3|0]]dove l’uomo non ha legge nè vincolo morale che presieda alla sua esistenza; dove la sua apparizione e la sua scomparsa non hanno un significato, un perchè, come non suppongono addentellato, nè ingranaggio che lo rannodino alle altre opere della creazione, ma sono, all’incontro, una mera vicenda abbandonata al caso — in un mondo di cotale struttura si capisce come il tempo e il modo del morire non abbiano maggior rilevanza del tempo e del modo del nascere e del vivere. Mirata dall’alto di questo concetto, che noi vorremmo chiamare allucinazione, la vita e la morte, non essendo più strette tra loro da un legame morale — l’adempimento d’un dovere — non c’è più ragione nemmeno perchè, allorquando ci sentiamo infelici, allorquando la piena del dolore vince gl’istinti dell’amor della vita e dell’orrore della morte, — non abbiamo a crederci in diritto di procacciarci la calma, il riposo, fug-