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ma non forse inutile. 469

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:475|3|0]]altresì che codesti due modi d’essere, dotati ciascuno di qualità speciali, che è a dire, di fisionomia, d’individualità propria, spiccata, irrecusabile, sieno ciò nullameno chiamati a conglobarsi in una forma sensibile, a cui daremo il nome di corpo umano. Poniamo, infine, che dopo un più o men lungo consorzio dei due modi d’essere — della materia e dello spirito, dell’anima e del corpo — i due compagni di viaggio si separino, destinati a seguire ciascuno la sua legge particolare di successive trasformazioni, in armonica e sintetica analogia tutte colla loro speciale natura.

Ignari finora, come tutti siamo, delle sorti ultime della materia, possiamo credere, anche senza gran danno, che la successione delle sue trasformazioni si prolunghi all’infinito, senza perciò includere la necessità d’essere progressive nel meglio, se non forse in senso diverso affatto da quello che noi

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