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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:60|3|0]]mi scòrse, mi salutò: io le restituii il saluto, mi rizzai, me le feci da presso, e le chiesi s’ella fosse madre a quei fanciulli. Rispose affermando, e mentre porgeva al maggiore una mezza ciambella, rialzò da terra il più piccolo e lo baciò con tutta la tenerezza d’una madre. Indi, volgendosi a me: «Ho affidato al mio Filippuccio il suo fratellino, perchè non me lo lasciasse pericolare, e mi sono recata col figlio maggiore in città a far provvista di pan bianco e di zucchero, e a comperarmi un pentolino di terra per la pappa.» — Girai lo sguardo, e vidi tutte quelle cose nel canestrino, ch’era scoperchiato. — «Voglio allestir da cena al mio Giannetto — era il minore de’ figli — soggiunse ella. — Quel tristerello del mio mag-

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