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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goethe - Werther, 1873, trad. Ceroni.djvu{{padleft:78|3|0]]credete voi davvero ch’io sarei degno della fortuna d’esservi parente?» — «Oh, il numero de’ nostri cugini è infinito — rispose ella con un fino sorriso — e mi dorrebbe ch’ella fosse il peggiore tra essi.» — E mentre s’avviava, fe’ cenno a Sofia, la maggiore della figliuolanza dopo di lei, ragazza di undici anni all’incirca, e le raccomandò che badasse a’ fanciulli, e salutasse il babbo, quando fosse tornato dalla sua corsa a cavallo. Agli altri disse d’obbedire in tutto la Sofia, come se la fosse lei; cosa che alcuni d’essi promisero subitamente. Se non che una biondinetta, di forse sei anni, più saputella degli altri, si mise tosto a gridare verso la Carlotta: «La Sofia non è la stessa cosa che te, Lolò, e noi non