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LA BANCAROTTA 393

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ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.

Camera nel casino della festa di ballo, con tavolino, sedie e lumi accesi.

Pantalone e Truffaldino.

Pantalone. Senti, Truffaldin, sta sera gh’ho bisogno de agiuto. Ho tolto sto casin a fitto per devertirme, e sta sera se fa una cena e un festinetto; ho gusto d’averte anca ti, perchè ti xe fidà, e son seguro che ti tenderà a quel che bisogna, ma varda ben, no dir gnente ne a mio fio, nè a mia muggier, nè al Dottor, nè a nissun a sto mondo. Se ti parli, poveretto ti.

Truffaldino. No la dubita gnente, in materia de fedeltà no gh’è nissun che possa dir de mi quel che se pol dir de tanti altri garzoni.

Pantalone. Come sarà ve a dir? Cossa credistu che fazza i altri garzoni?

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