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LA PUTTA ONORATA 409

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SCENA II.

Brighella e detti.

Brighella. Lustrissima, l’è qua el sior Conte, che l’è venudo a prenderla per servirla alla conversazion.

Beatrice. Signor consorte, comanda niente?

Ottavio. Gnora no. (scrive)

Brighella. Vuol venire con me?

Ottavio. Gnora no. (scrive)

Beatrice. Vuol ch’io resti?

Ottavio. Gnora no. (scrive)

Beatrice. Dunque vado.

Ottavio. Gnora sì, gnora sì, gnora sì.

Beatrice. (Vado, vado e non mi faccio pregare. Questa è l’arte nostra. Fingere col marito di amar ciò che si odia e di non voler tutto quello che si desidera). (da sè, parte)

SCENA III.

Il marchese Ottavio e Brighella.

Ottavio. Maledetta costei! Non la posso vedere e pretenderebbe ch’io fossi geloso. Sarei tre volte pazzo. Pazzo, perchè non è una bellezza da far prevaricare. Pazzo, perchè io non le voglio bene; e pazzo, perchè la gelosia non è più alla moda. Brighella, hai tu veduta Bettina?

Brighella. Lustrissimo sì, l’ho vista. Gh’ho dito le parole, ma ho paura che no faremo gnente.

Ottavio. Perchè?

Brighella. Perchè l’è una putta troppo da ben.

Ottavio. Di chi è figlia? L’hai saputo?

Brighella. So padre el giera un patron de tartana, ma l’è morto e no la gh’ha nè padre, nè madre.

Ottavio. E ora chi l’ha in custodia?

Brighella. Una so sorella maridada, che ha nome siora Catte,

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