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IL TEATRO COMICO 75

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Colombina. Subito, non perdo tempo; quando si tratta di far servizio alla gioventù, mi consolo tutta. (parte)

Rosaura. Caro il mio padre, che mi vuol tanto bene.

Dottore. Sei l’unico frutto dell’amor mio.

Rosaura. Me lo darete per marito?

Dottore. Te lo darò, te lo darò.

Rosaura. Ma vi è una difficoltà.

Dottore. E quale?

Rosaura. Il padre di Fiorindo non si contenterà.

Dottore. No?

Rosaura. Perchè anche il buon vecchio è innamorato di me.

Dottore. Lo so, lo so, ma non importa; rimedieremo anche a questo.

SCENA VI.

Florindo e detti.

Colombina. Eccolo, eccolo, che muore dalla consolazione.

Rosaura. (Benedetti quegli occhi: mi fanno tutta sudare). (da sè)

Florindo. Signor Dottore, perdoni, incoraggito da Colombina... Perchè se la signora Rosaura... Ma anzi il signor padre... Compatisca, non so che cosa mi dica.

Dottore. Intendo, intendo, siete innamorato della mia figliuola e la vorreste per moglie, non è così?

Florindo. Altro non desidero.

Dottore. Ma sento dire che vostro padre abbia delle pretensioni ridicole.

Florindo. Il padre è rivale del figlio.

Dottore. Dunque non si ha da perder tempo. Bisogna levargli la speranza di poterla ottenere.

Florindo. Ma come?

Dottore. Dando immediatamente la mano a Rosaura.

Florindo. Questa è una cosa che mi rallegra.

Rosaura. Questa è una cosa che mi consola.

Colombina. Questa è una cosa che mi fa crepar dall’invidia.

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