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250 ATTO SECONDO

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Pancrazio. Che ricreazioni, che divertimenti, che gustosi spassi ci siamo presi!

Gandolfa. Vi ricordate? A tutte le feste, a tutti i teatri noi eravamo i primi, e in que’ balletti nessuno ci poteva star a petto.

Pancrazio. Oh, dove sono andati que’ tempi!

Gandolfa. Eh, sebbene son vecchia, ancora di quando in quando il cuor mi brilla, e mi vien voglia di maritarmi.

Pancrazio. Sentite, signora Gandolfa, io vi ho sempre voluto bene e sempre ve ne vorrò.

Gandolfa. Caro il mio vecchietto, se non ci foste voi, io morirei.

Pancrazio. Mi ricordo quanto mi avete fatto sospirare.

Gandolfa. Sospirare? Per qual cagione?

Pancrazio. Per gelosia.

Gandolfa. E adesso siete più geloso?

Pancrazio. E adesso... Basta, se vedessi... Chi sa?

Gandolfa. Ancora patite di questo male?

Pancrazio. Ne patisco ancora.

Gandolfa. Prendete le pillole, che guarirete.

Pancrazio. Eh furbetta!

Gandolfa. Oh! Io furba?

Pancrazio. Carina! La grazia poi non l’avete mai perduta.

Gandolfa. Dite davvero?

Pancrazio. Sì, davvero.

Gandolfa. Eh il mio vecchietto!

Pancrazio. Oh la mia mamma!

Gandolfa. Mi fate tornar giovine.

Pancrazio. Oh dieci anni di meno!

SCENA X.

Florindo e detti.

Florindo. (Non ho più sofferenza; questi vecchi mi fanno venire il vomito). (da sè)

Gandolfa. Via, state saldo.

Pancrazio. Son vecchio.

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