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LA DONNA VENDICATIVA 537

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SCENA XIV.

Ottavio col lume e la suddetta.

Ottavio. Che rumore di porte è questo? Che fai tu qui all’oscuro?

Rosaura. Niente, signore. (tremando)

Ottavio. Tu tremi? Ti confondi? Chi ha serrata quella porta? Chi è uscito per di là? Parla, confessa.

Rosaura. Ammazzatemi una volta, e levatemi da tante pene.

Ottavio. Sì, t’ammazzerò, se non parli. (caccia un coltello)

Rosaura. Aiuto.

SCENA XV.

Florindo sulla porta, e detti.

Florindo. Come!

Ottavio. Voi in quella camera?

Rosaura. (Povera me!) (da sè)

Ottavio. A me rispondete. Voi qui?

Florindo. Signor Ottavio, ci sono. Non so che dire. Ci sono, ma senza colpa. Ci sono stato condotto.

Ottavio. Chi v’ha condotto?

Florindo. Bisogna dirlo. Non posso celare la verità. Mi ha condotto la signora Beatrice.

Ottavio. Ah nipote indegna! tu me la pagherai.

Florindo. Ma voi, signora Rosaura...

Ottavio. E a che siete qui venuto?

Florindo. Caro signor Ottavio, placatevi per un momento, vi dirò tutto: son galantuomo, pronto a darvi qualunque soddisfazione. Lasciate che mi chiarisca di un fatto.

Ottavio. Che fatto? Che temerità! Che insolenza! Saranno coltellate, pistolettate: anderete fuori di questa casa morto, in pezzi, trucidato.

Florindo. Sì, tutto quel che volete. Signora Rosaura, dite la verità: non eravate voi poco fa in quella camera?

Ottavio. Tu in camera con lui?

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