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224 ATTO PRIMO

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Beatrice. Andate, figliuolo mio, andate a ritrovare quel vecchio. Ditegli che abbia giudizio; e se persiste, minacciatelo bruscamente.

Lelio. Cara signora madre, mi dispiace ch’io non potrò riscaldarmi troppo con questo signor Pantalone.

Beatrice. Perchè?

Lelio. Perchè ha una bella figliuola, che mi piace infinitamente.

Beatrice. Non mancano donne. Non v’impacciate con quella gente.

Lelio. Ha una grossa dote, suo padre è ricco, è figlia unica, e sarebbe per me il miglior negozio di questo mondo.

Beatrice. Pantalone mi ha provocata: io, provocata, confesso averlo ingiuriato: non vorrà per genero mio figliuolo.

Lelio. In quanto al signor Pantalone, m’impegno io colle mie parole, colle mie maniere obbligarlo; e poi, se la figlia mi vuol bene, sono a cavallo.

Beatrice. Con qual fondamento potete dire ch’ella vi voglia bene?

Lelio. Se non ne fossi sicuro, non parlerei.

Beatrice. Le avete parlato?

Lelio. Le ho parlato, ed ella ha parlato a me. Le ho detto, ed ella ha detto a me... etcetera.

Beatrice. Non vorrei che v’ingannaste. Voi, figliuolo mio, facilmente vi lusingate. Non sarebbe la prima volta che vi foste innamorato solo. Colle fanciulle avete poca fortuna, e mi avete posto altre volte malamente in impegno.

Lelio. Voglio raccontarvi tutta l’istoria, e vedrete, signora madre, se ho fondamento di dire quello ch’io dico. Sei giorni sono, passando per la Via Nuova, ho veduto una figurina, che per di dietro mi pareva qualche cosa di buono. Corro per passarle avanti, mi volto indietro, ed ella si copre il viso collo zendale. Dissi subito: questa è una che mi vuol dare la corda. Mi fermo: lascio che vada innanzi, e poi corro, corro, e torno a rivoltarmi, ed ella presto si copre. Io allora, accorgendomi d’esser preso di mira, mi fermai, e quando mi fu vicina, gettai un sospiro. Indovinate? Si è messa a ridere. Allora mi sono assicurato, che aveva qualche inclinazione per me. Le sono an-

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