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484 ATTO TERZO

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Clarice. Eh via, che siete sano, e starete sano.

Celio. In buon punto, in buon’ora lo possa dire che il cielo mi conservi. (parte)

SCENA VI.

Flamminia, Clarice e Argentina.

Argentina. Signora Flamminia, anch’ella è domandata.

Flamminia. Da chi?

Argentina. Dal signor Pantalone.

Flamminia. Avrete sbagliato. Sarà la signora Clarice.

Argentina. No davvero, ha domandato di lei.

Flamminia. Per me è padrone.

Clarice. Io partirò, signora.

Flamminia. No, no, restate pure.

Argentina. Eh, stia forte. Il vecchietto è di buon gusto. Non si confonderebbe se fossero sei. (parte)

Clarice. (Vado fra me dubitando, che Flamminia sia gelosa di questo vecchio. La sarebbe bella davvero). (da sè)

Flamminia. (Può esser che venga qui, perchè vi si trova Clarice). (da sè)

Clarice. In verità, signora Flamminia, se avete qualche interesse con lui...

Flamminia. Io non ho interessi da trattare in segreto con chi che sia. (alterata)

Clarice. Via, via, non vi riscaldate.

Flamminia. Una volta per ciascheduna.

SCENA VII.

Pantalone e dette.

Pantalone. Servitor umilissimo.

Flamminia. Serva umilissima.

Clarice. Gran carestia fa della sua persona il signor Pantalone. Non si vede mai.

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