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LA BUONA FAMIGLIA 359

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Angiola. Riceverò le sue grazie.

Costanza. Favorisca passar innanzi.

Angiola. Per obbedirla. (entra)

Costanza. Poverina! Mi fa compassione. Gran cose si sentono a questo mondo! e per questo, chi ha un poco di bene, deve ringraziar il cielo di cuore. (entra)

SCENA XIV.

Anselmo, Fabrizio, poi Nardo.

Anselmo. Regolatevi così, figliuolo, e non fallerete. Pochi negozi, ma sicuri: non intraprendete mai negozi nuovi con persone che non conoscete ben bene, e fidatevi poco di chi vi offre avvantaggi grandi.

Fabrizio. Veramente quel progetto di mandare le sete per conto nostro e ritirarne poscia i lavori, pare, secondo il calcolo che ci fanno, che potrebbe rendere un venti per cento; ma ci sono vari pericoli, come voi riflettete prudentemente.

Anselmo. Volete veder chiaro il maggior de’ pericoli? Quello che a noi suggerisce un negozio sì vantaggioso, perchè non lo fa da sè? Qualche cosa c’è sotto. Io non soglio pensar male di nessuno; ma in materia di mercatura si vedono tanti cattivi esempi, che il pensar male in oggi è diventata la prima massima del commercio.

Nardo. Signore. (a Fabrizio)

Fabrizio. Che c’è?

Nardo. È qui il signor Raimondo che vorrebbe parlar con lei.

Anselmo. Bellissima! la moglie dalla moglie, il marito dal marito. Questi fanno le visite al contrario della gran moda.

Fabrizio. Bisognerà ch’io lo faccia venire. (ad Anselmo)

Anselmo. Sì, fatelo.

Fabrizio. Ditegli che è padrone. (Nardo parte)

Anselmo. Io me n’anderò a fare una cosa fuori di casa.

Fabrizio. Dove, signor padre?

Anselmo. In un luogo; basta...

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