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48 ATTO SECONDO

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Cavaliere.   Sediamo.

Possidaria.   Presto; Madama ha fretta.
Cavaliere. Sentirete la mia cioccolata perfetta.
La faccio fare in casa, e qui non si sparagna;
Faccio venir le droghe perfino di Romagna.
E invece di quel frutto, che cacao si domanda,
Alla moderna usanza s’adopera la ghianda.
Madama. Simile cioccolata non vi farà alcun male.
Ingrassar vi dovrebbe, se ingrassa anche il maiale.
Cavaliere. Eccola.
Madama.   Sentiremo che diavolo sarà.
Favorite.
Cavaliere.   Per ordine. Principiate di là. (al servitore)
Madama. Ho d’aspettare ancora?
Cavaliere.   Non ci son biscottini?
Andatene a pigliare, asini, contadini.
Madama. Per me la beverò così, se me la date.
Favorite, quel giovane.
Cavaliere.   Non signora. Aspettate.
Pigliarla senza niente non s’usa, e ben non è.
Madama. Con licenza, signori. La piglierò da me.
(s’alza, e va a prender la cioccolata)
Volete? (a don Alessandro)
Alessandro.   Mi fa grazia.
Madama.   E voi? (al Conte)
Conte.   La prenderò.
Madama. Chi vuò aspettare, aspetti; frattanto io beverò.
Possidaria. Far così in casa d’altri s’usa al vostro paese?
Madama. Compatite, madama, l’usanza è alla chinese.
Possidaria. Quand’è così, signora, m’accheto e non rispondo.
Cavaliere. Ecco quel che s’impara a camminare il mondo.
(a madama Possidaria)
Eccoli i biscottini. Donna Marianna, a voi,
Al marchese di Sana, a chi ne vuole, e a noi.
Madama. Per me sono obbligata d’un sì gentil favore.

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