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82 ATTO QUARTO

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Alessandro. (Stanco son di soffrirla. Liberarmene spero).

(piano a Lisaura)
Madama. Ora, signor, capisco dove il suo genio inclina.
Caro don Alessandro! trovò la pellegrina.
Lisaura. (Or ora, se mi stuzzica...)
Alessandro.   Tornava ora da voi...
Permettete, Madama...
Madama.   Ci parlerem di poi.
Che vi par, miei signori, di questa bella scena?
Il Cavaliere Giocondo ci fa penar la cena.
Conte. Lo stomaco più forte dee andare in languidezza.
Pedro. Quest’è, per dir il vero, un po’ d’indiscretezza.

SCENA VI.

Madama Possidaria e detti.

Possidaria. Serva di lor, signori. Come stan queste dame?

Madama. Le dame e i cavalieri si muoion dalla fame.
Possidaria. Presto saran serviti. Sta lavorando il cuoco.
Favoriscan sedere. Tratteniamoci un poco.
Gianfranco. Voi non avete fame? (a madama Possidaria)
Possidaria.   Io no, perchè ho mangiato:
Una zuppa, un pollastro, e un poco di stufato.
Pedro. Brava, madama, in vero; e non chiamaste alcuno?
Conte. Voi vi siete pasciuta, e noi siamo a digiuno.
Madama. Ecco qui i servitori. Pronta è la cena affè.
Possidaria. Favoriscan, signori. Noi beveremo il tè.
(vengono i servitori col tè)
Madama. A quest’ora?
Lisaura.   Madama, altro ci vuol che questo.
(a madama Possidaria)
Possidaria. Date lor da sedere. (ai servitori)
Pedro.   Quando si cena?
(a madama Possidaria)

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