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284 ATTO QUINTO

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Riccardo. Oh nozze capricciose, degne di donna strana!

Livia. Conosco i miei deliri, fui Donna stravagante.
Nuovo non è il mio titolo, voi lo sapeste innante.
Perdonimi lo zio, mi torni il primo affetto;
La suora compatiscami; mi soffra il mio diletto.
Rendemi la vergogna della ragione il lume:
Cambiar prometto il cuore, cambiare il mio costume.
E in quella vita umile, che aveami destinata,
Vivere collo sposo prometto accompagnata.
Non so se donna simile al mondo ora si dia:
Quando ci sia, si specchi, corregga la follia.
E se perdon dal popolo non merita il ritratto,
Si applauda all’intenzione almen di chi l’ha fatto.

Fine della Commedia.

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