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164 ATTO TERZO

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SCENA XIII.

Sala in casa di Filippo, con lumiere ecc.

Brigida e Servitori.

Brigida. Presto, preparate i lumi. Li ho veduti venire dalle finestre, (i servitori preparano) (Mi confido che verrà anche Paolino. In questi sette o otto giorni che mancano a terminar la villeggiatura, spero di condur a fine l’affare mio. Oh! la sarebbe bella che in mezzo a tanti matrimoni il mio si facesse prima di tutti). Sentite, se viene Paolino, il cameriere del signor Leonardo, avvisatemi. (ad un servitore) Bisognerà ch’io stia qui a levar le mantiglie a tutte queste signore. Oh! eccole, eccole.

SCENA XIV.

Vengono i suddetti coll’ordine stesso, e Brigida leva la mantiglia alle donne, e i Servitori prendono i cappelli.

Sabina. Oimè! sono un poco stracchetta. (siede) Venite qui voi. (a Ferdinando)

Ferdinando. Eccomi, eccomi. (La cosa va lunga. Domani, o dentro o fuori). (siede presso di lei)

Giacinta. Se vogliono accomodarsi, qui ci son delle seggiole, (tutti siedono, e non vi resta da seder per Filippo.)

Filippo. E per me, non c’è da sedere?

Brigida. Io, io, signor padrone. (va a prender una sedia)

Filippo. Sì, una sedia anche a me per limosina.

Brigida. Eccola servita. (gli porta una sedia)

Filippo. (Oh! un altr’anno voglio essere padrone io in casa mia). (siede)

Vittoria. (s’alza) Signor fratello, una parola in grazia.

Leonardo. (Ho capito. La curiosità la tormenta). (s’alza)

Vittoria. E così, che cosa avete da dirmi? (in disparte)

Leonardo. (In due parole vi dico tutto. Il signor Guglielmo vi ha domandata in isposa).

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