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24 ATTO PRIMO

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SCENA VI.

Cecco e detti.

Cecco. Son qui, signore.... (a Leonardo)

Leonardo. Accostati. (a Cecco) Con licenza. (a Ferdinando)

Cecco. (Il signor Filippo la riverisce, e dice che circa ai cavalli da posta, riposa sopra di lei. La signora Giacinta sta bene; lo sta attendendo, e lo prega sollecitare, perchè di notte non ha piacer di viaggiare).

Leonardo. (E di Guglielmo mi sai dir niente?)

Cecco. (Mi assicurano che questa mattina non si è veduto).

Leonardo. (Benissimo: son contento). Andrai ad avvisare il fattore della posta, che siano lesti i cavalli per ventun’ora.

Vittoria. Ma se quell’affare non fosse in ordine?...

Leonardo. Ci sia, o non ci sia; venite, o non venite, io vo’ partire alle ventun’ora...

Ferdinando. Ed io per le ventuna sarò qui preparato.

Vittoria. Vorrei vedere ancor questa....

Leonardo. Sono in impegno, e per una scioccheria voi non mi farete mancare. Se vi fossero delle buone ragioni, pazienza; ma per uno straccio d’abito non si ha da restare, (a Vittoria, e parte.)

SCENA VII.

Vittoria, Ferdinando e Cecco.

Vittoria. (Povera me, in che condizione miserabile che mi trovo! Non son padrona di me; ho da dipendere dal fratello. Non veggo l’ora di maritarmi; niente per altro, che per poter fare a mio modo).

Ferdinando. Ditemi in confidenza, signora, se si può dire: che cosa vi mette in dubbio di partire o di non partire?

Vittoria. Cecco.

Cecco. Signora.

Vittoria. Sei tu stato dalla signora Giacinta?

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