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Marta. Ma non partite.

Angelica. Chiamatemi occorrendo; non sarò lontana. (si ritira)

SCENA III.

Marta sola.

Povera fanciulla! È amabile veramente, ed interessante; io l’ho veduta nascere, l’ho sempre amata, e vorrei vederla contenta. Eccolo. (vedendo venire Geronte)

SCENA IV.

Geronte, Marta.

Geronte. (Non facendo attenzione a Marta) Picard. (chiamando)

Marta. Signore...

Geronte. Cercate Picard; ho bisogno di lui.

Marta. Sì, signore; ma, potrei dirvi una paro...

Geronte. (Chiamando forte) Picard! Picard!

Marta. (Chiamando forte, e con collera) Picard! Picard!

SCENA V.

Geronte, Marta, Picard.

Picard. (A Marta, con vivacità) Eccomi, eccomi.

Marta. (A Picard, un poco alterata) Il vostro padrone...

Picard. (A Geronte) Son qui, signore, eccomi qui.

Geronte. Va’ a cercare Dorval, e se lo trovi in casa, o altrove, digli che l’aspetto per giocare una partita agli scacchi.

Picard. Sì, signore, ma...

Geronte. Che?

Picard. Ho una commissione...

Geronte. Commissione? Di che?

Picard. Vostro nipote...

Geronte. (Con impazienza) Va’ a cercare Dorval.

Picard. Vado, ma il signor Leandro vorrebbe parlarvi.

Geronte. Va’ subito, spicciati, non impazientarmi.

Picard. Che uomo! che testa! che carattere! (parte)

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