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LA GRISELDA | 213 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu{{padleft:215|3|0]]
Di lagnarti di me?
Roberto. Se mi discacci,
Forse è senza ragion l’affanno mio?
Oronta. Ma non son io regina?
Roberto. È vero.
Oronta. Il cielo
Non mi fé’ di Gualtier?
Roberto. Così mia fossi!
Oronta. Non ti piace vedermi assisa in trono?
Roberto. La tua sorte desio.
Oronta. Giubila e godi.
Roberto. (Mi deride l’ingrata!)
Oronta. Addio, Roberto.
Non ti doler.
Roberto. Ch’io non mi dolga allora
Che ti perdo, mio ben?
Oronta. Dov’è il coraggio
Con cui mi consigliasti amar Gualtiero?
Roberto. I rimproveri tuoi, crudel, intendo.
Oronta. Io sprezzai questo regno, e tu negasti
Per virtù farmi tua. Dicesti pure,
Che in confronto del trono era ormai troppo
Serbar fede a Roberto.
Roberto. Il dissi quando
Men difficil credea l’abbandonarti.
Oronta. Più rimedio non v’è: già son Regina,
Già son d’altri, o Roberto: in pace soffri
Quel destin che tu stesso hai procurato.
Roberto. Più risponder non so. Temo col labbro
Oltraggiar il tuo grado. Io di sperarti
Cessar dovrò per mio tormento, o bella;
Ma d’amarti non già. Mai più d’affetto
Ti parlerò; ma nel mio seno ascosa
Serberò la mia fiamma infin che giunga