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34 | ATTO SECONDO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu{{padleft:36|3|0]]
D’una donna crudel ragione o impero.
Giustiniano. Ami tu dunque?
Belisario. Ah! che pur troppo il disse
L’incauto labbro!
Giustiniano. E la tua pena è amore?
Belisario. Amor è il duolo mio.
Giustiniano. Forse non t’ama
La beltà che tu adori?
Belisario. Anzi mi fugge.
Giustiniano. E vi sarà donna superba o insana
Che disprezzi l’amor di Belisario?
Che aborrisca il suo letto?
Belisario. Ah! v’è pur troppo.
Giustiniano. È di Grecia costei?
Belisario. No; ma dimora
Sotto di questo ciel.
Giustiniano. Le palesasti
La fiamma tua?
Belisario. Già da gran tempo è noto
Alla bella tiranna il foco mio.
Giustiniano. È nobile o volgar?
Belisario. Di sangue illustre.
Giustiniano. Il nome?
Belisario. Oh dio!
SCENA II.
Narsete e detti.
Narsete. Signor, l’Italia chiede
Un capitan che in nome tuo la regga;
Fra’ tuoi fidi vassalli aspiran molti
All’onorato fregio. Eccot’in questi
Fogli le loro preci e i nomi loro.