< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

RINALDO DI MONT'ALBANO 403

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu{{padleft:407|3|0]]

Ruggiero.   Ai scellerati

Odiosa sempre è la virtù.
Florante.   Soldati,
Guidatelo alla tenda.
Ruggiero.   Indegno! Senti:
Sempre non riderai. Può darsi ancora
Ch’io trionfi di te; lo spero, il Cielo
Si stancherà di sofferirti. Oh numi,
Io vi prego di ciò. Se il traditore
Deve perir, donatemi il contento
Ch’io lo possa svenar colle mie mani.
(parte condotto dalle guardie
Florante. Pria che giunga quel dì, colle mie mani
Forse io te svenerò; ma no, sarebbe
Lieve pena per te morir per mano
Dell’illustre Florante, a cui la sorte
Dona il nome d’eroe. Da un vil ministro,
Da un’infame mannaia io vo’ vederti,
Temerario, ferir. Allor contento,
Allor lieto sarò. Vicino è il colpo:
Dal Consiglio dipende; io del Consiglio
Arbitro son. Coraggio. Eccoci in via:
Arrestarsi è viltà. Mora Rinaldo,
Mora Ruggiero, e Carlo muora; e in mezzo
Alle stragi, alle morti, alle rovine,
Di Florante si renda eterno il nome.


Fine dell’Atto Secondo.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.