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484 ATTO PRIMO

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Riccardo.   A voi Leonzio,

Principessa, m’invia, per farvi noto
Ch’oggi qui deve incoronarsi Enrico.
Costanza. Enrico il nuovo Re? Quanto fu giusto
Il decreto del padre! oh quanto giusti
Son gli applausi comuni!
Riccardo.   E voi si brama
Presente alla grand’opra.
Costanza.   Anzi la prima
Ad imprimer sarò sulla sua mano
Bacio di fedeltade.
Riccardo.   Oppur d’amore.
(da sè, e parte per la porta comune



SCENA X.







Costanza, poi Matilde dal suo appartamento.






Costanza. Mio Re, mio Nume, e, se mi lice il dirlo,
Mio tesoro, mia vita, avrò il contento
Di vederti regnar; ma tu dal trono
Forse non mirerai con occhio amante
Questa ch’è tua vassalla, e che potrebbe
Esser anco tua sposa e tua compagna.
Chi sa! Sperar mi giova. Il sangue, il grado,
L’età ci fa conformi; altro non resta,
Che uniformi l’amore i nostri cuori.
Matilde. Illustre principessa, il rammentarvi
La gran perdita vostra è un ritoccarvi
Crudelmente le piaghe, ond’è ch’io taccio,
E le lagrime mie rattengo a forza.
Costanza. Cortese amica, in ragionar sì saggia
Mostrate un vero amor; ho di natura
Adempiute le leggi; or la ragione
Piacemi d’ascoltar. Mortale anch’egli

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