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BELISARIO | 81 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu{{padleft:83|3|0]]
Teodora. Premio ne avrai, ma ancora
Soddisfatta non sono. Un altro colpo
Chiedo dal tuo valor; poi la promessa
Mercè potrai sperar.
Narsete. (Che sarà mai?
Scoprasi il nuovo arcano, e si deluda). (da sè
Imponi pur, che quell’orror che il core
Provò nel primo colpo, or più non sente.
Teodora. Vo’ che per le tue man cada svenato
Belisario. Che dici? Hai core in petto
Per sì fiero cimento?
Narsete. Io non lo temo;
So ai maggiori perigli andar fastoso.
Teodora. Quanto, amico, ti deggio! In te confido
Tutta la pace mia.
Narsete. Vivi sicura.
Teodora. Allora sol s’accheterà il mio sdegno,
Che avrò veduto il mio nemico esangue. (parte
SCENA IX.
Narsete solo.
Che mora Belisario? Io la mia fede
Prima ad esso giurai. Di questa fiera
Sua nemica saprà l’empio disegno;
E dalla morte salverollo io stesso.
Così all’amico mio render potessi
La smarrita sua donna che fra l’ombre
Mi fu involata, ed io cercai, ma in vano.
L’assista il cielo. Oh stravagante notte!
Notte foriera d’un più tristo giorno.
Fine dell’Atto Quarto.'
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