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LA PERUVIANA 297

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SCENA XII.

Zulmira sola.

Ah sì, le Peruviane di noi son più felici,

Fidando nelle loro lusinghe adulatrici.
Noi se un amor ci sdegna, proviam lungo tormento;
Costei l’amante infido cangiato ha in un momento.
Misera, che mi resta sperar dalla mia vita?
Ah, prima d’ora i’ fossi col genitor partita!
Che dirà Deterville delle lusinghe mie?
Le chiamerà mendaci, le crederà follie.
Il padre mio che forse s’è del mio amore accorto,
Vorrà rimproverarmi, nè potrò dargli il torto.
Gli amici ed i nemici di me si rideranno.
Aza, che pur mi amava, si è fatto il mio tiranno.
Qual rimedio al mio male? Ah non ve n’è! si mora.
No, si viva, si tenti; voglio sperare ancora. parte


Fine dell’Quarto.


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