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IRCANA IN JULFA 397

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Tamas. Bene. Addio.

Ircana.   Dove vai?
Tamas.   Dove mi porta amore,
A meritar col sangue l’acquisto del tuo core.
Ircana. Sangue a te non domando.
Tamas.   Ma vuoi disciolto il nodo.
Ircana. Scioglilo, ma ad Ircana deesi celare il modo.
Torna libero reso, ma non mi dire il come.
Taci della tua sposa, taci per sempre il nome.
Tamas. E se il destin...
Ircana.   Va pure; non ti pentir.
Tamas.   Ben mio,
Lo vedrai se t’adoro, se ti son fido...
Ircana.   Addio.
(in aria di licenziarlo risolutamente
Tamas. (Andiam, perfido amore, pel sentier della morte).
(s’incammina
Ircana. Fermati. Del giardino veggo aprirsi le porte.
(veggonsi aprir le porte in fondo al giardino
Attendiam chi s’appressa.
Tamas.   Vuoi che ritorni ascoso?
Ircana. Non ti celar. Demetrio non sarà disdegnoso.

SCENA VII.

Demetrio, Alì, Zacuro, seguito d’Armeni, e detti.

Tamas. Vedo Alì coll’Armeno. (ad Ircana

Ircana.   Ah mi palpita il core.
Tamas. Vedrem, che fe’ per noi dell’amico l’amore.
Demetrio. Tamas qui con Ircana?
Tamas.   Signor, chiedo perdono.
Ircana. Io la rea dell’ardire, la colpevole i’ sono.
Demetrio. Soffrir ne’ tetti miei non vo’ profani ardori;
Dell’onestà le leggi vietan fra noi gli amori.

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