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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:411|3|0]]nel 1385 al patriziato veneziano. Famosissimo tra i Savorgnan quel Girolamo che nel 1514 difese con pochi soldati il castello di Osoppo contro l’esercito imperiale di Massimiliano (v. E. Salaris, Una famiglia di militari Italiani dei secoli XVI e XVII - I Savorgnan,, Roma, 1913; e due articoli recenti: I grandi condottieri d’Italia: G. di Savorgnan, di Guido Podrecca, in Secolo XX, giugno 1918 e G. Savorgnano e la sua tomha, di Gir. Cappello, in Gazzetta di Venezia, 6 nov. 1926): altri uomini insigni ricorda il Liruti nelle Notizie dei Letterati del Friuli, t. III. Il palazzo a S. Geremia, abbellito da un giardino, fu cantato in versi latini da Nicandro Jasseo (ossia De Azevedo, Venetae urbis descriptio, Venetiis, 1780: v. Tassini, Curiosità Veneziane, pag. 651).
Nelle Riferte di Gio. Batt Medri (Inquisitori - Riferte dei Confidenti, busta 616, presso il R. Archivio dei Frari) che nel 1760 sorvegliava coloro che frequentavano l’accademia letteraria degli Industriosi del Co. Giovanni Cattaneo, agente di Federico II di Prussia, a Santa Fosca (v. dedica della Donna stravagante, vol. XIII), si legge in data 6 agosto: “L’altra sera veruna persona andò nella Casa del Co. Cattani. Bensì hieri sera a mezza ora di notte vi andò il Dot.e Goldoni, et passato un hora venne la Barca di Casa Savorgnana da Canal Reggio, uno Abbate alto di Statura, et magro, et una Gentildonna pure alta e grassa, e mi parve avanzata in età, e zoppa, et altra Signora piccola e magra, e tutti tre andorono in Casa Cattani, et il Barcariolo da prova [prua] con il ferrale [fanale] li portò dietro dei libri”. E in data 13 Agosto: “Il Dot.e Carlo Goldoni non andò hieri sera all’Accademia in Casa del Co. Cattani. Bensì vi andò a hore due la solita Gentildonna Savorgnana, con la Figlia, et il Prete che va seco è tarmato in volto [segnato dal vaiolo], et è da Heste, quale suona bene il mandolino”. Si allude, come credo, a Marina, che si piccava di lettere, e a Lucrezia non ancora sposa.
G. O.