< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
Vajassa. Una si chiama? (ponendosi la canna all’orecchio

Lisca. Fatima. (forie nella canna
Vajassa. Bene: quell’altra? (come sopra
Lisca. Ircana.
(come sopra
Ibraima. Non basta ad informarla nè anche una settimana.
a Zama
Vajassa. Sono schiave? (come sopra
Lisca. No, spose. (come sopra
Vajassa. Spose entrambe? Di chi?
(come sopra
Lisca. L’una è sposa di Tamas, l’altra è sposa d’Ali.
(come sopra
Vajassa. Tamas di chi è consorte? (come sopra
Lisca. Fatima avea sposata;
(come sopra
Ma vi dirò poi dopo la cosa come è andata.
Sappiate che il padrone...
Vajassa. Per or basta cod.
Ho inteso; sarà dunque sposo d’Ircana Ali.
Tamas sposo di Fatima, d’Ircana Ali è marito.
Non me Io scordo più.
Zama. Brava I ha bene capito, (con Ironia
Vajassa. Ritiratevi, o figlie, a lavorare un poco;
Poi tornerete unite al passatempo, al gioco.
Sarò con voi discreta più assai che non pensate;
Ma far quel che conviene, prima si deve: andate.
Zama. Andiam, che ormai crepare dal ridere mi sento,
Non vi è di questa vecchia miglior divertimento.
(ad Ibraima, e porle
Ibraima. A lei quel che si vuole, può dirsi impunemente:
Vecchia, beffane, arpia.
Vajassa. Che dici?
Ibraima. Oh niente, niente.
parte

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.