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Camur. Nè si vedrà mia figlia ardere a mio dispetto

Per gente sconosciuta di un vergognoso^affetto.
Zadir. E quando ella cedesse alle lusinge ardita,
Vendicherò i miei torti a costo della vita.
D. Alonso. Le tue minacce insane, giovine sconsigliato.
Rendono 3 tuo furore ai benefizi ingrato.
Potrei col cenno mio farti veder qual sono,
Ma no, la libertade ti lascio, e ti perdono.
Alonso in me rispetta; Alonso è che t’insegna
La pietà, la virtude che fra di voi non regna.
Itene al destin vostro: tu per l’amabil figlia, (a Cornar
Prossima a miglior sorte, puoi serenar le ciglia.
Tu scordati per sempre dell’amoroso impegno:
Uomo alle selve nato è di quel core indegno.
Camur. Tu che la terra e 3 cielo eternamente allumi.
Splendidissimo Sole, nume primier fra i numi,
Salva 3 cor della figlia da insidiose trame,
O tronchisi da morte di vita sua lo stame, parte
Zadir. (L’arte conosco indegna del seduttor audace;
Ma invano ei si lusinga ch’io lo sopporti in pace.
Il don di libertade questa mia destra acccetta
Per far sull’inimico più barbara vendetta). parte

SCENA IV.

Don Alonso e Papadir O.

D. Alonso. Chi son que’ due selvaggi? (a Papadt

Papadir. 11 giovane è Zadir.
Camur chiamasi 3 vecchio.
D. Alonso. Tu chi sei?
Papadir. Papadir.
D. Alonso. Fra queste selve oscure qual è l’uffizio (2) vostro?
Papadir. Tutti un grado medesimo abbiam nel terreo nostro.
Di provvida natura noi seguitiam la legge.
(I) Nell’ed- Pitteri è qoi stampato: Pappadlr. (2) Ed. Pitteri: offizh.

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