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Suole i parti innocenti sagrificare al Nume;

Sai pur che dalla fame nel crudo verno oppressi,
Svenan talora i padri i loro figli istessi.
E tu che per la gloria versar devi quel sangue.
Puoi cimentar l’onore pria di vederla esangue?
Torna, torna in te stesso, ripiglia 3 tuo valore.
Camur. Prendi, Zadir; la svena. Di farlo io non ho core.
(rende il dardo a Zadir
Zadir. Bastami 3 tuo comando; 3 mio dovere adempio.
Non mi chiamar, Deimira, crudo, spietato ed empio.
T’amo, e l’amore istesso, del tuo bel cuor geloso,
A forza mi costringe al sagrifizio odioso.
Camur...
Camur. Lasciami in pace; vibra, crudele, 3 dardo.
Padre al colpo inumano non può fissare il guardo,
Delmira. Non tormentarmi almeno, non prolungar mia pena.
Se ho da morir, si mora. Eccoti 3 sen, mi svena.
Zadir. Seno, a cui mi doveva stringer d’amore 3 laccio,
Pria di morir concedimi un amoroso abbraccio.
Delmira. Non Io sperare.
Zadir. ■ Ah ingrata I sì che mi fosti infida.

SCENA IV.

Don XIMENE con gente armata, e detti.

D. Ximene. Olà! quel temerario si disarmi, o si uccida.

Zadir. (Fato crudel I s’io moro. Deimira è abbandonata.
Vivasi alla vendetta). Cedo alla sorte ingrata.
(getta il dardo
Camur. (Ah non è stanco il Cielo di usarmi 3 suo rigore).
D. Ximene. S’incatenino entrambi. (ai Soldati che eseguiscono
Delmira. (Povero genitore!)
D. Ximene. Al recinto dei schiavi siano condotti anch’essi;
Al cenno mio si serbino, dalle catene oppressi.

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