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Schichirat. Vorrei e non vorrei...

Rosina. Narrami.
Schichirat. Ad una donna non dico i fatti miei.
Rosina. Che sì, che l’indovino?
Schichirat. Se l’indovini, il dico.
Rosina. Della nostra nazione sei ancora inimico.
Schichirat. Io nemico di quelli che han ri preziosi vini?
No, no, per questa volta affé non l’indovini.
Alonso ha del buon vino, Alonso è un uom valente.
Vuol Zadir ch’io l’ammayri? No, non farà niente.
Rosina. Dunque Zadir è quello che vuol d’Alonso il petto
Da Schichirat ferito?
Schichirat. Come! chi te l’ha detto?
Rosina. Lo so; vedi s’io sono una brava indovina.
Schichirat. Vado a dormire: ho sonno. Buona notte, Rosina.
Rosina. Fermati, e già che vedi che tutto è a me palese,
Dimmi, come Zadir tal cosa a te richiese?
Schichirat. Te lo dirò; ma bada, non lo dir a nessuno.
Rosina. Non dubitar.
Schichirat. Vien gente? (osaenM intorno traballando
Rosina. No, non si sente alcuno.
Schichirat. Mi ha chiamato Zadir... Camur era con lui.
Mi ha detto... me l’ha detto Zadir cogli occhi sui.
lo col vin nella mano... col vin nella bottiglia...
Sentito ho che dicevano: è mia sposa, è mia figlia.
Quello parla, ed io bevo, e bevo allegramente.
E il vino, quando à buono, mi piace estremamente.
(traballando mezzo tnsonnato
Rosina. Ma chi ti diè quel ferro?
Schichirat. 11 ferro... me l’ha dato...
Ed io con questo ferro mi sono ubbriacato.
Ma ho da ammazzare Alonso. Alonso poverino...
Ha da buttare il sangue come un bocca! di vino.
Rosina. E averai tanto cuore?
Schichirat. Se ho cor? innanzi notte

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